Evoluzione del laboratorio odontotecnico: dall’analogico al digitale

19 aprile 2023
evoluzione laboratorio
L'attività dell’odontotecnica si è piuttosto evoluta, insieme quella odontoiatrica, e lo ha fatto velocemente con l’applicazione di un vero flusso digitale.
Con il progredire della tecnologia si è arrivati a produrre strumenti (software CAD/CAM, scanner intraorali e da banco, fresatrici a 5 assi, laser, stampanti 3D) che hanno rivoluzionato il modo di lavorare in ambito dentale, anche grazie all'utilizzo di nuovi materiali come: zirconio, disilicati, metallo fresato, lasermelting, PMMA fibra, etc.
Vediamo insieme brevemente le differenze tra la metodica “convenzionale” e quella digitale, attraverso l’esposizione di un caso.
 

Realizzazione di un manufatto protesico: caso metal-ceramica

Una volta giunte in laboratorio le impronte dallo studio (preventivamente disinfettate) vengono realizzati i modelli in gesso di IV classe (si eseguono le istruzioni delle case produttrici).



La scelta della realizzazione dei modelli è a discrezione dell'operatore che, sulla base della sua esperienza, valuta la metodologia da realizzare.
Si preferisce sempre preparare una “gengiva finta” e lavorare sotto ingrandimento (microscopio). Dopo aver trasferito le informazioni occlusali nell'articolatore, si procede alla modellazione anatomica del manufatto (con cera resina ecc.). Una volta finita e controllato le varie funzioni masticatorie, realizziamo una mascherina siliconica che sarà utile nella riduzione della cera per far spazio al materiale estetico di rivestimento.
Si procede all'imperinatura del manufatto con la tecnica fusione a cera persa, si cola il rivestimento (seguendo le proporzioni di polvere e di liquido fornite dalle case produttrici), preriscaldo in forno, e si procede alla fusione, attraverso l’applicazione di varie tecniche a cannello, induzione, pressofusione ecc.

  


Raffreddato il cilindro di fusione si procede alla smuffolatura con perle di vetro del rivestimento e adattamento del manufatto al modello in gesso. Si esegue un ciclo di riomogenizzazione della lega in forno, si rifinisce e si porta il lavoro in prova in studio.
Una volta provato il lavoro, viene di nuovo rifinito e preparato per la ceramizzazione, per poi essere riconsegnato allo Studio Dentistico committente con la sua documentazione.



Attraverso la metodica digitale, si possono realizzare diversi tipi di protesi con diversi materiali, ad esempio un ponte in zirconio.
L'impronta può giungere in laboratorio in versione “tradizionale” (venendo poi scansionata con scanner da banco così come l'occlusione o anche con l'articolatore), oppure può arrivare via e-mail attraverso una scansione intraorale effettuata dal dentista, con apposito scanner.
Tramite software CAD 3D, le informazioni vengono importate ed elaborate con la progettazione in digitale. Una volta acquisiti tutti i dati digitali, vengono realizzate in modo “virtuale le forme” della protesi che si produrrà alla fine.




Una volta realizzata la “forma virtuale”, essa viene salvata con un formato molto diffuso chiamato STL (linguaggio con cui comunicano il CAD con il CAM).
Il lavoro viene passato al software CAM (che lo prepara per la fresatrice). Nel CAM la protesi viene posizionata nel supporto che regge il materiale da fresare (staffa) e vengono scelte le strategie di fresaggio in base al tipo di realizzazione e al tipo di materiale scelto.
Le scelte possono essere effettuate dall’operatore, ma è importante essere molto esperti o farsi aiutare dal software con le impostazioni automatiche.

Una volta effettuata la procedura, si attiva la fresatrice che realizzerà il manufatto. Nel caso dello zirconio il lavoro andrà pre-rifinito, infiltrato e poi sinterizzato in forno secondo le istruzioni della casa produttrice. Si procede alla rifinitura, alla eventuale ceramizzazione e poi si può effettuare la consegna.
 

Quali differenze tra analogico e digitale

È importante sottolineare alcune differenze: nel metodo artigianale tante variabili possono portare all'errore; il lavoro manuale senza dubbio comporta più impegno e tempistiche diverse nella realizzazione del manufatto protesico, ma la “mano” dell’operatore non potrà mai essere sostituita da una macchina al 100%.
La presa dell'impronta da cui si parte per effettuare il lavoro può avere le stesse problematiche, una legata al materiale da impronta e l'altra dalla precisione dell'operatore.
Il metodo tradizionale è più “macchinoso “e “sporco” (infatti vengono generati spesso polveri derivanti dalle lavorazioni), mentre il metodo digitale è decisamente più pulito, preciso e permette di usare materiali che sarebbero impossibili (o quasi) da lavorare tradizionalmente.
Attraverso l’uso di scanner intraorali (che permettono anche di migliorare il confort per il paziente) e l'uso di scanbody delle case implantari, si possono realizzare abutment customizzati, protesi avvitate, protesi toronto ecc.
La tecnologia ormai è un dato di fatto e andrà ad evolversi sempre di più. È probabile che anche nel dentale la figura professionale subirà un'evoluzione verso il settore “ingegneristico”.


Autore: Odt. William Benignetti



 

Revello - Valori e Competenze per il dentale